21 maggio 2011

WAHEEDA REHMAN



Waheeda Rehman nacque il 14 maggio del 1936 a Chengalpattu (Tamil Nadu), e non a Hyderabad, come viene spesso erroneamente indicato. Ad Hyderabad, nell'industria cinematografica Telugu, l’attrice debuttò con due titoli consecutivi e conobbe anche un Guru Dutt ancora agli esordi in cerca di un nuovo volto per la dark lady del suo film in produzione.
Waheeda voleva diventare medico ma un’infezione ai polmoni la tenne lontana dagli studi per troppo tempo. In seguito alla morte del padre, la ragazza, esperta danzatrice di bharatnatyam, tentò la carriera cinematografica e venne lanciata nella pellicola Jayasimha (1955). Il suo numero di danza folk in Rajulu Maravy, girato lo stesso anno, divenne in poco tempo molto popolare. Il volto ammaliante e il suo magnetismo catturarono l’attenzione dell’allora coreografo e debuttante regista Guru Dutt: l'uomo restò così affascinato da lei da considerarla tempestivamente la sua musa. La loro collaborazione professionale durò per oltre sei anni e regalò al pubblico film indimenticabili, come il capolavoro Pyaasa.
Fu Guru Dutt, sempre più convinto della straordinarietà della donna, a portarla a Mumbai per il debutto a Bollywood al fianco di Dev Anand, la cui immagine era già ben consolidata nell’emergente genere noir. CID, diretto da Raj Khosla, fu reso celebre proprio da Kamini (il casto e conturbante personaggio interpretato da Waheeda ) e dalla canzone “Yeh hai Bombay meri jaan”, il cui testo è una critica agli spettri della città ma il trasporto con cui Jhonny Walker la portò sullo schermo la trasformò in una appassionata e vitale dichiarazione d’amore. La ragazza non era la protagonista, eppure la sua apparizione schiacciò in un angolo Shakila e anche lo stesso Dev Anand, il quale, ancora oggi,  scherza ricordando che ogni volta in cui girava un film con la Rehman era già sicuro che nessuno si sarebbe accorto di lui, perciò poteva rilassarsi senza pensare ai critici. 
Sebbene Waheeda lavorasse anche con altri registi, i suoi film più famosi nell’Età D’Oro del cinema indiano sono legati alla collaborazione con Guru Dutt. I due condivisero anche un amore contrastato, e sempre smentito, dato il precedente matrimonio del regista con la cantante Geeta Dutt, che, ironia della sorte, fu spesso la voce di Waheeda nelle canzoni dei film del marito.
Tra i titoli interessanti firmati per altre case di produzione: Ek Dil Sau Afsane, commedia romantica spiritosa e velata di un elegante erotismo (al suo fianco un appassionato Raj Kapoor); Kohra, ispirato a Rebecca di Alfred Hitchcock; e Mujhe Jeene Do, storia di banditi prodotta e interpretata da Sunil Dutt. Due film simili che intrecciano elementi noir e avventure romantiche sono 12 o’clock e Solvan Saal, guidati da melodie che hanno resistito agli anni e sono ancora frequentemente trasmesse in radio.
Guru Dutt aveva impegnato tutte le sue energie nell’autobiografico Kaagaz Ke Phool nel quale Waheeda è la protagonista. Il film purtroppo non ebbe successo al momento della distribuzione seppur sia ora considerato un classico assoluto. I due interpreti tornarono insieme in Chaudhvin ka Chand (1960), racconto d’amore e d’amicizia  all’interno della comunità islamica di Lucknow, e la scena in cui Waheeda solleva il burqa mostrando alla telecamera il suo viso incantevole è un’immagine ormai leggendaria, riproposta anche in altri film tra cui Om Shanti Om di Farah Khan.
Nel 1962 Waheeda ottenne il ruolo di Jabba in Sahib Bibi aur Ghulam di Abrar Alvi, e la sua presenza è una ventata di aria fresca che interrompe la drammaticità e il pessimismo del film. La voglia di vivere di Jabba si contrappone alla malinconia e all’annientamento di Chote Bahu (Meena Kumari), fino a quando anche il suo personaggio, sempre sorridente e infantile, si abbandona in “Meri baat rahi” a lacrime così spontanee che sembrano nascere davvero da dentro. Da quel momento la figura  che poteva sembrare in secondo piano diviene custode di uno dei momenti più emozionanti di tutto il film. Guru e Waheeda presenziarono alla proiezione del film alla Berlinale nel 1963. Fu l’ultima volta in cui i due apparvero insieme.
Guru Dutt morì suicida nel 1964. Dopo la scomparsa dell’artista che aveva fatto di lei una diva, la carriera di Waheeda Rehman si mosse attraverso un nuovo cammino. L’amico Dev Anand, con il quale aveva girato il suo primo film a Mumbai, le propose un ruolo importante ma pericoloso per la sua immagine, già ampiamente sottoposta alle critiche data la chiacchierata relazione con Dutt e la prematura scomparsa dell’uomo. Il nuovo progetto era il film Guide, diretto dal fratello di Dev, Vijay Anand, nel quale l’attrice doveva interpretare una donna trascurata dal marito (anziano, burbero e assorbito dal lavoro) che si innamora della sua guida locale, un giovane sensibile e attraente, le cui parole le trasmettono nuova fiducia in se stessa e nella vita.
L’attrice era sicura che Guide sarebbe stato il suo ultimo film perché era inevitabile venir rifiutata dal pubblico data l’audacia del suo personaggio, completamente in contrasto con la tradizione; al contrario, vinse grazie ad esso il primo Filmfare Award. 

La sua carriera venne rilanciata a seguito anche di un drastico cambiamento d’immagine: la Waheeda Rehman di Pyaasa, struccata e dalle chiome corvine libere di adagiarsi sul volto, icona di semplicità ed eleganza e seduttrice negli sguardi più che nei movimenti, si trasformò nella Waheeda Rehman di Guide, dai capelli raccolti in vaporose pettinature, agghindata con fiori e gioielli, e dallo sguardo accentuato da un forte make up: una donna dal look vistoso e dalle movenze seducenti. Libera da ruoli drammatici e dark, potè mostrare le sue doti di danzatrice, doti che Guru Dutt aveva invece scelto di celare. L'elaborata "Cobra Dance" è il suo numero preferito, per il quale si esercitò a lungo al fine di soddisfare le richieste del regista.
Il successo di Guide fece piovere su di lei decine di nuovi progetti, come il sontuoso Neel Kamal, film in costume con echi al Ramayana; Patthar Ke Sanam, briosa storia romantica e trionfo del kitsch più esagerato; Dil Diya Dard Liya, film drammatico ispirato al romanzo di Emily Bronte Cime Tempestose; Ram Aur Shyam, vivace commedia in cui l’attrice affianca Dilip Kumar; la costosissima stravaganza Prem Pujari; e il più drammatico Khamoshi, struggente storia d’amore tra un paziente e la sua infermiera. Menzione a parte merita l’esperimento nostalgico di Teesri Kasam, un ritorno al bianco e nero in un’era in cui il colore era ormai ovunque: Waheeda recita per la seconda volta al fianco dell’eccezionale Raj Kapoor, l’incontro tra le due personalità è interessante, la storia poetica e commovente, ricca di canzoni folk, belle scene e pittoreschi paesaggi rurali.
Waheeda ha avuto una carriera variegata e straordinariamente longeva, si è mantenuta una delle heroine più richieste dagli anni ’50 ai ’70 godendosi un intero trentennio da attrice protagonista e ripiegando molto tardi in ruoli da madre, zia e nonna.
Nel momento in cui i suoi nuovi film iniziarono a non avere successo (eccezion fatta per Reshma Aur Shera, che le fece guadagnare anche un National Award nel 1974),  l’attrice decise di sposarsi ed accettò la proposta del collega Kamaljit, con il quale aveva recitato in Shagun. I due si trasferirono a Bangalore e lei si concesse una pausa dal lavoro (senza dir di no comunque all’amico Yash Chopra che la convinse ad accettare una piccola parte in Kabhie Kabhie).
Nel decennio successivo l’attrice comparve in ruoli minori come madre di Amitabh Bachchan in titoli molto popolari quali Namak Halaal, Coolie e Mahaan; ebbe una parte in Chandni, il romantico film con Sridevi e Rishi Kapoor; all’interno di un medley/parodia di successi del passato nel film Lamhe si esibisce brevemente in "Aaj phir jeene ki tamanna hai", il suo numero più famoso dal film Guide, rendendo omaggio alla sua lunga e soddisfacente carriera. Waheeda si ritirò per dodici anni e tornò a recitare solo dopo la scomparsa del marito avvenuta nel 2000 e il ritorno a Mumbai nella sua casa di Bandra. Il film che la riportò sulle scene fu Om Jai Jagdish (2002), nel quale interpreta la madre di Anil Kapoor, Fardeen Khan e Abhishek Bachchan. Tra le sue più recenti apparizioni cinematografiche come Supporting Actress: 15 Park Avenue di Aparna Sen, Water di Deepa Mehta, Rang de Basanti e Delhi 6 di Rakeysh OmPrakash Mehra.
Amitabh Bachchan, con il quale divise le scene più di una volta, l’ha definita la “quintessenza della bellezza indiana”. Le più giovani co-protagoniste nei suoi film spesso accettavano un titolo anche solo per poter stare a contatto con lei. Dotata di grazia innata, fascino, naturale talento, professionalità, completezza artistica, Waheeda è, ed è sempre stata, un modello, un’attrice nata, la principessa del bianco e nero, la dark lady dal sorriso ammaliante. Le luci di scena amavano i suoi zigomi e il suo sorriso più di ogni altra cosa. La sua presenza, controllata e discreta solo in apparenza, aveva in realtà sempre la meglio sui suoi coprotagonisti maschili, destinati  a cederle il passo.

BEGINNER’S GUIDE TO WAHEEDA REHMAN :

"Kahin pe nigahen" - CID
"Chaudvin ka chand" - Chaudvin ka chand
"Meri baat rahi " - Sahib bibi aur Ghulam
"Jaane kya tune kahi" - Pyaasa
"Pya to se naina laage re" - Guide
"Sang Sang Sang" -  Kaagaz ke phool
"Dekoji mera haal badal gayee chal" - Solvan Saal
"Ek dil sau afsane" - Ek dil  sau afsane


FILMOGRAFIA COMPLETA



JAYASIMHA (1955)
RAJOULU MARAVY (1955)
C.I.D. (1956)
PYAASA (1957)
SOLVAN SAAL (1958)
12’O CLOCK (1958)
KAAGAZ KE PHOOL (1959)
DIDI (1959)
JAI SINGH (1959)
CHAUDVIN KA CHAND (1960)
EK PHOOL CHAR KAANTE (1960)
KALA BAZAR (1960)
GIRLFRIEND (1961)
BEES SAAL BAAD (1962)
RAKHI (1962)
BAAT EK RAAT KE (1962)
ROOP KI RANI CHORON KA RAJA (1962)
SAHIB BIBI AUR GHULAM (1962)
EK DIL SAU AFSANE (1963)
MUJHE JEENE DO (1963)
KAUN APANA KAUN PARAYA (1963)
MAJBOOR (1964)
SHAGUN (1964)
KOHRA (1964)
GUIDE (1965)
DIL DIYA DARD LIYA (1966)
PALKI (1967)
GHAR KA CHIRAG (1967)
RAM AUR SHYAM (1967)
AADMI (1968)
PATTHAR KE SANAM (1968)
NEEL KAMAL (1968)
BAAZI (1968)
TEESRI KASAM (1969)
MERI BHABHI (1969)
SHATRANJ (1969)
DARPAN (1970)
MAN KI ANKHEN (1970)
DHARTI (1970)
KHAMOSHI (1970)
PREM PUJARI (1970)
MAN MANDIR (1971)
MAIN SUNDER HOON (1971)
RESHMA AUR SHERA (1971)
SUBAH O SHAM (1972)
ZINDAGI ZINDAGI (1972)
DIL KA RAJA (1972)
PHAGUN (1973)
TRISANDHYA (1974)
INSAAF (1974)
KABHIE KABHIE (1976)
ADALAT (1977)
TRISHUL (1978)
AAJ KI DHARA (1979)
JYOTI BANE JWALA (1980)
JWALAMUKHI (1980)
NASEEB (1981)
NAMKEEN (1982)
NAMAK HALAL (1982)
SAWAAL (1982)
HIMMATWALA (1983)
MAHAAN (1983)
GRUNGROO (1983)
COOLIE (1983)
PYAASI ANKHEN (1984)
SUNNY (1984)
MASHAAL (1984)
MAQSAD (1984)
SINGHASAN (1986)
ALLA RAKHA (1986)
CHANDNI (1989)
LAMHE (1991)
ULFAT KI NAYEE MANZILEN (1994)
SURAKSHA (1995)
OM JAI JAGADISH (2002)
MAINE GANDHI KO NAHIN MARA (2005)
15 PARK AVENUE (2006)
RANG DE BASANTI (2006)
WATER (2007)
DELHI 6 (2009)

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